M. Zanoli u.a. (Hrsg.): Atlas historique de la Suisse

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Title
Atlas historique de la Suisse. L’histoire Suisse en cartes


Author(s)
Zanoli, Marco; Walter, François
Published
Neuchâtel 2020: Livreo-Alphil
Extent
195 S.
by
Ruggero Crivelli

L’Atlas historique de la Suisse parte da un’iniziativa di Marco Zanoli, incoraggiato dall’interesse che i suoi studenti, nelle sue lezioni di storia, manifestavano per le carte che lui stesso aveva elaborato per illustrare articoli pubblicati su Wikipedia. Quello che abbiamo sotto gli occhi, non è tuttavia una semplice raccolta di carte tolte dall’enciclopedia digitale e disposte le une accanto alle altre in modo cronologico, bensì una serie ragionata di rappresentazioni cartografiche, spesso completamente rielaborate e concepite per questa pubblicazione. L’Atlante è organizzato in venticinque capitoli, ogni capitolo è introdotto da François Walter (tranne il primo sulla preistoria e la protostoria, a firma Laurent Auberson) e rappresenta una sintesi del momento storico scelto. Il testo introduttivo fornisce così le linee di interpretazione che ritroviamo poi nelle immagini assieme ad altri dettagli che, a loro volta, suscitano ulteriori interrogativi e la voglia di approfondire il tema.

Non mi è facile dare un giudizio su un atlante, dopo più di trent’anni che ho smesso di insegnare cartografia tematica. Ma è un po’ come sciare o andare in bicicletta: ci si ritrova abbastanza rapidamente. A quei tempi, insegnavamo agli studenti a commentare una carta (che dovevano prima elaborare) osservandola a più livelli. Le carte dell’atlante di Zanoli e Walter, non solo permettono di giocare su diversi piani di lettura, ma addirittura sono costruite volutamente su livelli diversi: e l’aspetto più importante è che questi livelli appaiono coerenti tra di loro.

Rappresentare cartograficamente seimila anni di storia svizzera in poco meno di 200 pagine è una bella sfida. L’Atlante spazia dai quattromila anni prima della nostra era al 2020, ma la vera difficoltà sta nelle scelte: la scelta delle cesure temporali significative, o per meglio dire dei periodi, e la scelta di cosa e come rappresentare contesti e avvenimenti in figure che sono quattro milioni (rispettivamente un milione e mezzo: la Svizzera) di volte più piccole della realtà geografica nella quale si sono svolti. Una carta è, per definizione, una rappresentazione in scala ridotta, quindi basata su dimenticanze coerenti (processo di oubli cohérent, come veniva definito da Racine, Raffestin et Ruffy nel 1980). Ogni scala permette di rappresentare alcuni fatti e ne impedisce altri: quella piccola (quella che ha la riduzione maggiore, per intenderci) favorisce la rappresentazione d’insieme ma impedisce di vedere i dettagli, mentre quella grande permette di riportare i dettagli, perdendo però la visione d’insieme. La piccola scala privilegia l’informazione strutturante, la grande scala quella fattuale.

Gli autori dell’Atlas hanno fatto la scelta di “centrare” le immagini su due “territori”: le Alpi e, ben inteso, la Svizzera (disegnata nei suoi confini attuali). La scelta di incentrare le carte sulle Alpi permette di evidenziare il contesto più vasto nel quale si svolgono i fatti storici che, nei diversi periodi, hanno ripercussioni su quelli del nostro paese. A questi due momenti geo-storici, a volte ne viene aggiunto un terzo, più interno, che rappresenta un aspetto saliente o emblematico di natura più locale. Per ogni periodo appare quindi sempre il rapporto tra avvenimenti e contesto anche se, per forza di cose, questi appare al primo sguardo in quanto rappresentato dalle superfici colorate. La prima carta di ogni capitolo rappresenta il contesto europeo che converge sull’arco alpino (il “cuore dell’Eu ropa”?). I segni convenzionali degli avvenimenti rappresentati nelle cartine della Svizzera, sovrapposti alle superfici colorate ripropone il rapporto contesto/avvenimenti a scala nazionale. Apprezzabile anche la semiologia dei colori, quando questa viene usata per rappresentare un fenomeno evolutivo come l’estensione dei territori attraverso il tempo: per esempio, le carte 46 e 47 alle pagine 88 e 89 sulle città di Friborgo (XV-XVII secolo) e di Soletta (XV-XVIII secolo).

Tutte le carte sono originali, elaborate e costruite da Marco Zanoli e possiamo credergli quando, en passant, riferendosi alla tecnica cartografica prescelta, scrive: «mais pour placer des milliers de points de vecteurs dans chaque carte, il faut beaucoup de patience, de précision et de minutie». Infatti, basta dare un’occhiata alla carta 22 (p. 49), che porta il titolo Couvents, abbayes et lieux de pèlerinage: l’autore ha rappresentato tutti i conventi, priorati e ospizi nella Svizzera e nei suoi dintorni antecedenti al XVI secolo. Forse, in questo caso, le vie di pellegrinaggio avrebbero meritato una visibilità maggiore usando un colore più percettibile o una linea più marcata. Resta comunque il fatto che l’insieme delle carte è un vero e proprio lavoro… da “Certosino”, confermato anche dalle numerose fonti (più di sessanta) alla base del lavoro. Ogni carta, per parafrasare François Walter, è il risultato di una minuziosa raccolta di informazioni e di confronto incrociato delle fonti.

Le carte sono rappresentate a scala costante e facilmente paragonabili tra di esse. L’ideale – utopicamente – sarebbe avere un atlante con fogli staccabili e trasparenti in modo da poterli sovrapporre gli uni sugli altri nei diversi momenti storici, così da far risaltare le relazioni tra i fatti. È un’idea bislacca, ma che, per esempio, un docente può facilmente realizzare scansionando le carte e, usando un programma di presentazione, proiettare in fusione le immagini su uno schermo. Molti, poi, sarebbero i giochi di ricostruzione dei fatti e di scoperta delle relazioni esistenti tra di essi, che gli insegnanti potrebbero fare con gli studenti partendo dalle carte e completandoli con altri dettagli, impossibili da mettere nell’Atlante. Come scrive François Walter nella parte introduttiva: «Libre ensuite au lecteur de gamberger et d’imaginer d’autres rassemblements et d’autres rapprochements. Telle est la force des images: elles permettent de rêver, de reconstruire le monde, de fantasmer sur ce qui serait arrivé si… À la fois, l’espace révèle et recèle».

Paolo Rumiz, nel suo libro La leggenda dei monti naviganti, scriveva: «Da bambino, nelle mie scorribande toponomastiche che mi lasciavano senza fiato davanti all’atlante, giunsi alla conclusione che se quei favolosi nomi fossero scomparsi dalla carta, i luoghi stessi sarebbero scomparsi». Con questo Atlante, ho avuto la sensazione opposta e, cioè, che i luoghi scomparsi sotto la coltre della Storia, siano, anche solo momentaneamente, riapparsi.

L’Atlas historique de la Suisse rappresenta uno strumento utile – oltre che di bella fattura – per tutti coloro che si interessano alla Storia e alla Geografia storica della Svizzera, paese che non ha mai smesso «de se faire, de se défaire et de se recomposer», come conclude François Walter nella sua introduzione.

Zitierweise:
Crivelli, Ruggero: Rezension zu: Walter, François; Zanoli, Marco: Atlas historique de la Suisse, L’histoire suisse en cartes, Neuchâtel 2020. Zuerst erschienen in: Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 170, pagine 95-97.

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Archivio Storico Ticinese, 2021, Vol. 170, pagine 95-97.

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